Luoghi
LUOGHI
Centri principali di riferimento della manifestazione
Meduno
Meduno è uno dei centri più antichi della zona montana e pedemontana. Risale infatti all’epoca preistorica. Una delle sue testimonianze più antiche è la pietra di CIAGO, un grosso blocco di pietra, denominato “Piéra da l’aga” (la pietra dell’acqua), è stato attribuito all’epoca pre-romana: forse l’ara sacrificale di una popolazione veneta o carnica. L’abitato si è sviluppato ai piedi del castello costruito nel 1136 sul colle omonimo dalla famiglia dei Meduno, vassalli dell’imperatore del Sacro Romano Impero di Germania. Successivamente (tra l’XI e il XII secolo) il punto di riferimento è diventato la chiesa parrocchiale; e lo sviluppo dell’abitato è avvenuto più in basso, nei pressi del tempio. Le fortificazioni, come le chiese e le case di questa località sono state sempre costruite in pietra, secondo una capacità creativa e lavorativa, oltre che tecnica, che sono state esportate in tutto il mondo dagli abitanti spinti nel tempo a cercare lavoro all’estero e in altre aree italiane. Uno degli esempi più importanti dell’edilizia di questa parte del Friuli è costituito dall’antica chiesa parrocchiale, rifatta nel 1830 e restaurata dopo i gravi danni subiti a causa del terremoto che colpì il Friuli del 1976. È stata recuperata la struttura portante; di stile neoclassico, e sono state salvate alcune opere preziose: il fonte battesimale (1495) di Giovanni Antonio PILACORTE, la pala della Madonna con il Bambino, del veneziano settecentesco Gian Battista Piazzetta, e altre opere minori. Significative le chiesette storiche di San Pellegrino, a NAVARONS, e di San Martino, a Castello, dedicata ai Caduti di tutte le guerre. Altro punto di riferimento per la storia di Meduno è palazzo COLOSSIS (XVI-XVIII), abitazione della famiglia omonima, antecedentemente proprietà della diocesi di Concordia. Da anni l’edificio è adibito a sede di uffici del Comune e della Comunità montana. Molto probabilmente è la conseguenza della trasformazione del castello (secoli XI-XII), di cui non resta più traccia. Espressione significativa della storia di Meduno è anche il Museo del Risorgimento, nella frazione di NAVARONS, dedicato agli audaci moti risorgimentali del 1864, dei quali fu protagonista e anima il medico Antonio ANDREUZZI, assieme al figlio Silvio e ad altri patrioti che pagarono duramente il loro ideale di libertà e di indipendenza, nel nome dell’italianità del territorio, allora appartenente all’impero austro-ungarico. Nell’attività culturale hanno largo spazio i collegamenti alla storia locale, di cui è a buon diritto uno dei protagonisti più qualificati la poetessa e scrittrice Novella Aurora CANTARUTTI, autrice di tante opere nella parlata friulana di Navaróns. Un filone alimentato da nuovi autori, quali Ida VALLERUGO,poetessa riconosciuta a livello nazionale.
Si potranno ammirare i meravigliosi itinerari naturalistici tra la Val Meduna, la Valle del Muiè verso Val Còlvera per giungere alla Forchia piccola di Meduno ( m 657), da qui la strada prosegue verso campone di Tramonti e Malga Valinis nel Parco delle Dolomiti Friulane , da dove si guadagna la cima del monte Valinis, a m 1102, con spettacolare panorama.
La Piazza di Meduno
Panorama di Meduno
Travesio
Il primo documento che ricorda Travesio risale al 1174. Il nome probabilmente risale dal latino “intra vias”, chiaro riferimento alla strada romana, localizzata in più punti, che proveniva da Sacile e scavalcava il Tagliamento all’altezza di Ragogna e per poi raggiungere Gemona. Dai documenti medioevali, Travesio risulta essere un borgo piccolo ma importante per il commercio con le valli a cui fa capo: la val Cosa e la Val Tramontina. Vi erano varie botteghe di granaglie e vi operavano attivamente ben quattro molini ed una decina di tessitori. La pieve di Travesio era vastissima, estendendosi dalla Meduna al Tagliamento e a Sud fino alla Richinvelda e la stessa Spilimbergo rientrava sotto la sua giurisdizione. La chiesa di Travesio, dedicata a San Pietro, è ubicata all’estremita del capoluogo sul sito di un antico castelliere, poi luogo fortificato, su un rialzo naturale del terreno.
All’abbellimento della chiesa contribuirono il lapicida Giovanni Antonio Pilacorte che confezionò nel 1484 il portale della sagrestia e nei primi decenni del XVI secolo i due portali laterali della facciata ed il pittore Giovanni Antonio de Sacchis detto il Pordenone che nel 1516 affrescò mirabilmente la volta e successivamente le pareti dietro l’altare principale.
Sempre del Pilacorte va inoltre ricordata la fonte battesimale del 1485, posta vicino all’ingresso.Sul territorio comunale vanno inoltre ricordate la chiesa della Beata Vergine del Cosa detta anche “Madonna del Latte” in località Zancan con il suo mirabile portale del 1505 opera del Pilacorte rapresentante una serie di diciotto putti e la chiesa di San Tomaso Apostolo di Usago con la pregevole pala di Pomponio Amalteo datata 1533.
A Toppo restano inoltre i ruderi dell’omonimo castello eretto tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo e la casa domenicale dei Conti Toppo Wasserman costruita nel XVI secolo ed oggi perfettamente restaurata e spesso usata come sede di interessanti mostre tematiche.
Tra gli scorci più suggestivi vanno senz’altro annoverati il “Puntic” ed il colle di San Giorgio.
Il “Puntic” è un piccolo ponte, intreccciato di massi e laterizzi che attraversa il torrente Cosa in località Molevana ed è ritenuto il più antico ponte di Travesio. Vicino alla piazza principale del capoluogo, si erge il colle di San Giorgio sulla cui sommità si trova la chiesetta alpina che conserva la memoria dei caduti di guerra di Travesio. Dalla cima del colle, facilmente raggiungibile con una scalinata, si gode uno splendido panorama.
Nei secoli scorsi, l’eccellenza dei pascoli montani e la cura nell’allevamento del bestiame avevano reso famoso il formaggio prodotto dalle latterie di Travesio.
La tradizione si è mantenuta sino ai giorni nostri, tant’è che il formaggio Montasio rappresenta una delle specialità gastronomiche del luogo. Come tutto il Friuli, anche Travesio ha conosciuto una intensa emigrazione che si è indirizzata, dalla fine del secolo scorso in poi, sopratutto in Francia, in Australia ed in America Latina.